Scopriamo insieme come si classificano i capelli ricci, partendo da quelli lisci a quelli ricci, e scopriamo quali sono le caratteristiche di ogni riccio, imparando a prenderci cura di loro.
Classificazione dei capelli ricci (e non solo)
La classificazione che andiamo ad adottare è quella creata dall’hairstylist americano Andre Walker. In questo modo le tipologie di capelli vengono divise in quattro categorie, le quali, a loro volta, hanno tre sottocategorie ciascuna.
Le categorie vanno dal tipo 1 al tipo 4. Il tipo 1 sono i capelli lisci, il tipo 2 ondulati, il tipo 3 mossi e ricci e, infine, il tipo 4 sono i capelli super ricci (afro).
Ogni categoria si divide, poi, in tre sottocategorie, indicate con le lettere A, B e C. I vari livelli delle sottocategorie indicano lo spessore del capello, dal più fine (A) al più spesso (C).
Tenendo conto di questa classificazione avremo, nel tipo 1 (capelli lisci):
- 1 A: lisci e sottili.
- 1 B: lisci e spessi.
- 1 C: lisci e folti.
Nel tipo 2 (capelli ondulati):
- 2 A: mossi e sottili.
- 2 B: mossi e spessi.
- 2 C: mossi e folti.
Nel tipo 3 (capelli ricci):
- 3 A: ricci morbidi.
- 3 B: ricci a spirale stretta.
- 3 C: ricci a cavatappi.
Nel tipo 4 (capelli afro):
- 4 A: ricci piccolissimi.
- 4 B: ricci a S.
- 4 C: ricci stretti.
Capelli ondulati
Per classificare i capelli ricci partiamo da quelli di tipo 2, ovvero dai capelli di tipo ondulato. Questi sono caratterizzati da onde delicate e morbide, i classici capelli mossi più che un vero e proprio riccio.
I 2 A sono, solitamente, lisci alla radice per poi andare a creare onde leggere sulla lunghezza. Il mosso è appena accennato, per questo chi ha questa tipologia di capello tende a mantenerlo sul liscio, procedura che risulta anche abbastanza semplice.
I capelli 2 B, invece, risultano anch’essi lisci alla radice, ma le onde sulla lunghezza sono più accentuate rispetto ai precedenti. Le caratteristiche sono, per il resto, pressoché uguali.
Infine, il tipo 2 C, si presenta con onde abbastanza ben definite già a partire dalla radice. In questo caso, infatti, si predilige il mosso al liscio. Quest’ultimo richiede un processo più lungo. Questa tipologia di capello rischia di avere problemi di effetto crespo.
Capelli ricci e mossi
Con il tipo 3 ci troviamo su una tipologia di riccio più definito e passiamo dal semplice ondulato al classico boccolo.
I capelli di tipo 3 A sono caratterizzati da ricci morbidi, formati da spirale ampie che ricadono per tutta la lunghezza del capello.
I 3 B sono anch’essi formati da spirali, ma questa volta più strette e partono sin da subito dopo la radice del capello stesso. Questa tipologia è solitamente elastica, densa e voluminosa, ma, in alcuni casi, può tendere al ruvido.
Infine, i 3 C sono dei ricci strettissimi, detti a cavatappi. Le spirali sono ancora più strette e partono fin da subito dopo la radice. Sono densi e voluminosi.
Capelli afro
L’ultima tipologia, la 4, è anche conosciuta come capelli afro. Sono ricci strettissimi che richiedono molte cure e attenzioni affinché risultino in tutto il loro splendore.
Il tipo 4 A è caratterizzato da una spirale strettissima, non più grande di una matita. Con questo tipo di riccio la lunghezza, da asciutti, si dimezza.
I capelli di tipo 4 B, invece, sono i cosiddetti ricci a S. Hanno una forma a zig zag, delicata e voluminosa, ma possono risentire dell’effetto crespo.
Infine, il tipo 4 C è lo stile afro più puro e famoso. I ricci sono strettissimi e la contrattura dopo l’asciugatura è sorprendente. Sono quasi impossibili da pettinare e necessitano di cure e attenzioni particolari.
